Proposta di Riqualificazione del Parco “Chico Mendez” (Perugia)- Orti Urbani e Bioarchitettura per un Futuro Verde in piena città.
Descrizione Generale del Progetto
Il progetto è relativo alla realizzazione di un complesso a tema Bioagricoltura del quale potrebbero usufruire i cittadini del comune di Perugia che dovrebbe sorgere in corrispondenza di alcuni lotti nella zona sud del parco Chico Mendez, in prossimità dell’Istituto Tecnico Aldo Capitini, e lungo “Viale Centova”.
In dettaglio si è prevista la realizzazione di circa 120 orti urbani( per 8000 mq totali) di dimensioni variegate da 35 a 120 mq (piccoli, medi e grandi) da dare in comodato d’uso ad i cittadini interessati. Ogni orto è dotato di una propria rimessa attrezzi ed è raggiungibile sia da Viale Centova che a piedi dal quartiere di Madonna Alta. A questo complesso di orti viene affiancato un centro adibito a servizi e punto ristoro-ricreativo in modo da favorire l’adesione sociale tra gli utenti degli orti e sarebbe inoltre utile alle persone che praticano sport nel parco o a fini didattici per ospitare incontri legati al mondo della agricoltura bio. Nonostante si ritiene che questo complesso possa funzionare bene in autonomia un ulteriore possibile ampliamento prevede la presenza di un edificio posto lungo “Viale Centova” adibito a ristorazione (piano superiore) e mercato ortofrutticolo (piano terra) che vendano prodotti di bioagricoltura e siano quindi collegati sia concettualmente che visivamente al complesso degli orti urbani.
Si è scelto il parco Chico Mendez perché presenta varie condizioni favorevoli ovvero ampi campi incolti soleggiati, disponibilità di acqua, facile smaltimento dei rifiuti ed inoltre ha una posizione strategica di facile collegamento con il centro abitato di Madonna Alta, che è densamente abitato (anche da anziani come riportato dall’ Ufficio Statistica del Comune di Perugia-2017). Il ripopolamento del parco, anche serale grazie alla presenza del locale a carattere commerciale, garantirebbe un miglioramento della sicurezza del luogo a favore degli abitanti delle zone limitrofe e dei frequentatori che lo usano per fare sport. L’utilizzo sportivo che ha attualmente il parco si inserisce perfettamente nel contesto del progetto, la cui realizzazione comporterebbe il miglioramento della qualità dell’aria e la gradevolezza visiva, entrambe le cose fondamentali per migliorare la qualità di vita degli utenti.
Il fenomeno degli orti urbani
Cosa sono gli orti urbani?
Gli orti urbani sono spazi verdi di proprietà principalmente comunale la cui gestione a fini agricoli (produzione di frutta, verdura e coltivazione di fiori) è lasciata ai singoli cittadini (coltivatori non professionisti a volte riuniti in associazioni) per un definito periodo di tempo. Il comune può scegliere di affittare i terreni ricevendo un pagamento simbolico dagli utenti oppure può fornire gli orti in comodato d’uso gratuito.
I benefici degli orti urbani
I benefici degli orti urbani sono molteplici e riassumibili essenzialmente nei seguenti punti:
– alimentazione sana in quanto si evitano pesticidi e prodotti chimici nella coltivazione
– riduzione dell’inquinamento ambientale
– ampliamento e mantenimento della biodiversità
– manutenzione dei luoghi
– ripopolazione delle aree urbane meno utilizzate e conseguente miglioramento in termini di sicurezza
– incremento della coesione sociale
– utilizzo didattico (qualora si coinvolgano enti, scuole o università)
– utilizzo terapeutico e di evasione dallo stress cittadino
Aspetto normativo
(https://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/44/forme-contrattuali-e-responsabilita-nella-gestione-degli-orti-urbani)
In tema di orti urbani pubblici non esiste una normativa unica nazionale, e le amministrazioni locali generalmente definiscono propri regolamenti autonomi per l’assegnazione degli spazi verdi che prevedono graduatorie di merito orientate a garantire l’accesso prioritario a soggetti in condizione di disagio sociale ed economico (pensionati, disoccupati, famiglie a basso reddito e così via); in tal senso prevale ancora la funzione di sostegno indiretto al reddito derivante dalla possibilità di autoconsumo personale e familiare dei prodotti ottenuti.
Generalmente gli appezzamenti assegnati hanno dimensioni comprese tra i 35 e i 100 mq e prevedono il rispetto di norme di carattere generale di conduzione con la prerogativa che l’attività di coltivazione e di produzione debba essere ricondotta alla condizione di non professionalità, con il divieto di commercializzazione dei frutti ricavati e vietando anche la possibilità di utilizzare soggetti terzi retribuiti per le operazioni di conduzione del terreno. Spesso viene anche indicato il metodo di coltivazione preferibilmente biologico.
Il presupposto normativo della Regione Umbria è quello della Legge Regionale 3/2014 che, all’articolo 11, promuove la destinazione da parte dei Comuni di terreni comunali ricadenti nelle aree urbane e periurbane ad orti sociali privilegiandone la conduzione da parte di persone che si impegnano a coltivarli per ottenere prodotti agricoli a scopo benefico o di autoconsumo, nonché valorizzando le pratiche esenti dal ricorso ai prodotti chimici di sintesi.
Casi e numeri in Italia ed a Perugia
Quello degli orti urbani è un trend in continua crescita nell’intero territorio nazionale, infatti basta pensare che secondo un’ analisi della Coldiretti condotta sui dati Istat, nel giro degli ultimi 5 anni si è raggiunto il record di oltre 1,9 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale adibiti alla coltivazione ad uso domestico, con una crescita del 36,4% rispetto agli anni precedenti.
Il Nord Italia è sicuramente virtuoso in questo senso, infatti il 37% degli orti presenti a livello nazionale si trovano in Emilia Romagna, segue poi la Lombardia, la Toscana il Veneto ed il Piemonte. Fra le regioni del Centro Italia, la leadership spetta alle Marche, con alle spalle Umbria e Lazio. La passione per la terra, la ricerca del verde, la voglia di recuperare ritmi più naturali nella vita quotidiana sembrano essere i motivi alla base del boom degli orti urbani ma a spingere il trend sono anche gli incentivi e finanziamenti pubblici, sia statali sia comunitari.
A Perugia il fenomeno degli orti urbani è stato accolto positivamente anche se le superfici sono ancora modeste. Un caso particolarmente importante è stato quello relativo ai 700 mq adibiti ad orti urbani all’ interno del complesso monumentale di San Matteo degli Armeni (nel quartiere di porta Sant’Angelo) che è stato realizzato con il coinvolgimento di tutto il quartiere e con l’associazione “Vivi il Borgo”.
Progettazione architettonica
Il progetto prevede la realizzazione di un’ area che ha come tema generale quello della Bioagricoltura, un tema sempre più importante per le città odierne. In particolare il cuore del progetto è costituto dagli orti urbani presenti in due dei lotti presi in considerazione, che sono attualmente un tema decisamente sentito nel nostro paese come dimostrato dal rapido incremento di superfici destinato a questi ultimi negli ultimi anni. Si è scelta la zona sud del parco Chico Mendez, in corrispondenza dell’ Istituto Aldo Capitini in quanto, in seguito a diversi sopralluoghi, si è ritenuto che fosse quella meno utilizzata e poco collegata con il resto del parco. Inoltre la stessa zona è dotata di grandi campi soleggiati incolti ed attualmente non utilizzati ed è facilmente raggiungibile tramite automobile da Via Centova ma anche tramite i passaggi pedonali, che sono stati ampliati nel progetto, che la collegano a Madonna Alta. Proprio per gli abitanti di quest’ultimo quartiere, che è densamente popolato e molto popolato da anziani, gli orti potrebbero essere di particolare interesse. Il progetto è stato pensato per poter essere realizzato in modo “modulare” ovvero ogni zona può vivere e convivere con il resto del parco indipendentemente dalle altre. Il progetto è stato realizzato cercando di trovare un compromesso tra funzionalità, gradevolezza visiva e costo ed entrando nel dettaglio è costituito dai seguenti elementi:
- Orti urbani: sono stati progettati circa 120 orti urbani che il comune potrebbe affittare o cedere in comodato d’uso ai cittadini. Gli orti sono di tre dimensioni diverse: piccoli (30-35 mq), medi (70-75 mq) e grandi (100-120 mq) e complessivamente sono disposti in quattro lotti di circa 2000 mq l’uno e con la possibilità di essere realizzati in tempi differenti. La scelta del format dimensionale è un aspetto ormai assodato nella progettazione degli orti urbani e nasce dalla volontà di andare incontro alle esigenze degli utenti che potrebbero necessitare di superfici di dimensioni diverse anche in base alla loro esperienza o alla grandezza del loro nucleo familiare. Allo stesso tempo si lascia la possibilità, per l’orto grande, di essere coltivato da più persone. Gli orti sono disposti con il lato lungo parallelo alle strade già presenti nel parco in modo da massimizzare la superficie coltivata, e potrebbero essere recintati con semplici staccionate a croce di Sant’Andrea in legno oppure da reti in alluminio.Ogni utente dell’orto può disporre di una piccola rimessa attrezzi realizzata con container marittimi o box da giardino in lamiera zincata che potrebbero essere verniciati con colori naturali o decorati con piante rampicanti; in particolare gli orti di taglia grande avrebbero a disposizione un container intero dalla dimensione di 12.5 mq, mentre gli orti medi e piccoli hanno a disposizione delle superfici più limitate. In quest’ultimo caso è stata pensata una modalità di assemblaggio dei container che permette di ricavare quattro rimesse di dimensioni ridotte utilizzandone solo tre o due, in modo tale da diminuire i costi ed evitare di posizionare un container in ogni orto. A disposizione degli utenti ci sarebbe poi una compostiera interrata o parzialmente interrata per realizzare il “compost” (prodotto di bio-ossidazione dei residui organici agroalimentari che può essere utilizzato per la concimazione degli orti stessi) e degli allacci alla rete idrica attuato tramite alcuni punti collocati strategicamente per essere accessibile a vari orti.
- Area comune multifunzionale: I benefici degli orti urbani trascendono quello dell’alimentazione sana e si riversano su molti altri aspetti tra cui quello sociale, terapeutico e didattico. E’ stato ampiamente dimostrato infatti che costituiscono un ottimo collante sociale e sono una fonte di svago che libera i cittadini dallo stress della città e sensibilizza i più giovani verso il rispetto per l’ambiente. Allo stesso tempo possono essere molto utili per studiare i fenomeni naturali legati al mondo agricolo ed in questo senso sono molto interessanti per le scuole e le Università. Tutte queste funzioni di primaria importanza sociale si integrano nell’ “area comune multifunzionale” che è stata posizionata in una zona simmetrica rispetto ai lotti ricoperti dagli orti ed al resto del parco ed è facilmente raggiungibile dal parcheggio e dalle strade già presenti. In seguito ai sopralluoghi effettuati si è notato come mancasse un punto ristoro per gli utenti che utilizzano il parco per fare sport o passeggiare e in questo senso l’area pensata sarebbe fondamentale. L’edificio progettato ha una superficie di circa 310 mq e contiene al suo interno i servizi igienico sanitari, a servizio sia degli utenti degli orti che delle persone che usano il parco per altri scopi, una piccola area ristoro adibita a bar e due sale di 57 mq l’una utili per organizzare corsi o eventi formativi legati al mondo della Bioagricoltura per scuole, Università o associazioni. I colori dell’edificio richiamano i colori tenui della natura e si è previsto l’ampio utilizzo di legno e vetro. Si potrebbe realizzare con metodi costruttivi a basso impatto ambientale e fortemente performanti energeticamente, si potrebbe inoltre dotare l’ampia copertura di pannelli solari termici e fotovoltaici in modo da rendere l’edificio a energia richiesta quasi nulla (nZEB).
- Edificio commerciale: nonostante le aree adibite ad orti e ricreativa-ristoro costituiscano, insieme, un complesso autonomo e funzionale il progetto è stato esteso con un edificio di carattere commerciale posizionato lungo Viale Centova collegato concettualmente e visivamente al resto dell’area progettata. L’edificio progettato è a due piani, ognuno di circa 600 mq ,il piano terra prevede un mercato orto-frutticolo di alimenti prodotti in modo biologico o a chilometro zero ; il piano superiore ospita invece uno o più locali ristorante che offrano cibo sempre di alta qualità privilegiando prodotti biologici oppure ad altre attività commerciali sempre legate al tema generale. Tra le motivazioni che hanno spinto ad inserire tale edificio c’è la volontà dei progettisti di tradurre il messaggio dell’importanza del rispetto dell’ambiente e del produrre prodotti biologici in un luogo concreto dove i cittadini possano acquistarli e dal quale possano accedere facilmente al resto dell’area, creando un polo commerciale riservato al mondo della Bioagricoltura. D’altro canto è anche comprovato che la presenza di un edificio che, soprattutto in inverno, possa funzionare anche nelle ore serali garantisce una maggiore sicurezza del luogo a favore anche delle persone che utilizzano il parco per l’attività sportiva e ricreativa. Entrando nel dettaglio del progetto architettonico l’edificio ha forma ad “L” . Il piano terra ha lo scopo di essere interamente attraversabile ,fruibile ,a partire dalla loggia, la quale è un invito senza filtri ad accedere al parco e al mercato al quale introduce ,e per concludere con il mercato stesso, interamente vetrato, trasparente, attraversabile sia fisicamente che visivamente e orientato nel braccio a nord, proiettato verso il parco e gli orti. Il piano superiore invece accoglie la ristorazione nel braccio a sud, visibile dalla strada , ma presenta una lunga serie di vetrate a tutt’altezza rivolte verso il verde e la piazza inquadrata dalla “L” ,oltre che la possibilità di godere della terrazza panoramica a copertura del mercato sottostante. Un vero e proprio cannocchiale sul parco, pensata come un giardino pensile, per non perdere mai il contatto con la natura, tema principale del progetto. Riguardo la scelta dei materiali in questo caso si prevede il massiccio utilizzo di acciaio e vetro (pareti laterali) in modo tale da ricreare una zona visivamente riconducibile ad una serra solare e che permetta di vedere il verde dei prodotti venduti all’interno. In questo senso l’aver progettato l’edificio a “L” permette di avere la zona adibita a mercato sempre illuminata ed adatta ad eventuali piante coltivate all’interno. Gran parte dell’edificio è rivestito con pannelli in legno che visivamente ricollegano l’edificio al resto dell’area e rimanda ai colori della terra.
- Serre Il progetto prevede la presenza di due serre di circa 50 mq ognuna, che potrebbero essere prodotte con materiali di riciclo e sostenibili e sono dotate di copertura termica al fine di diminuire la condensa e abbattere il rischio di malattie per le piante o di creare muffe. In entrambi i casi si è scelto di utilizzare “serre fredde”, ovvero non riscaldate e quindi energeticamente meno impegnative, le quali permettono di avere raccolti più precoci in primavera, anticipando la messa a dimora o la semina, e consentono di avere raccolti tardivi in autunno, fino a spingersi a inizio inverno. Quest’ultimo aspetto è fondamentale sia per aumentare il raccolto e la diversità dei prodotti coltivabili che per favorire la frequentazione degli orti nel periodo invernale, a favore della sicurezza degli utenti del parco. Inoltre la serra potrebbe essere utilizzata da associazioni, scuole, Università ed in generale a fini didattici in tutti i periodi dell’anno.
- Viabilità e servizi
Il progetto si colloca in un’area definita da PRG “zona Fe “(aree e attrezzature per lo sport), normata all’art.168 del TUNA, che prevede la possibilità di inserimento di aree per lo sport, ricettive, ricreative, al coperto e allo scoperto, e di parcheggi. Il progetto non indaga sulla variante da proporre al Piano regolatore, rimandando la questione a successivi chiarimenti. Per quanto riguarda l’area ristoro, è stato già specificato che è stata evidenziata un’assenza di servizi di questo tipo, consentiti da PRG, al quale i progettisti si sono attenuti nelle scelte dimensionali del progetto ,che inoltre prevede la realizzazione di una strada carrabile che collega Via Centova all’area parcheggi. In particolare il parcheggio sarebbe realizzato in corrispondenza dell’attuale piano sterrato adiacente al lotto adibito ad orti urbani e sarebbe realizzato in blocchi per pavimentazioni erbose in modo tale da ridurre al minimo la superficie non permeabile. Data la vicinanza dell’area adibita ad orti alla frazione di Madonna Alta, sono previsti collegamenti pedonali pensati per gli abitanti del quartiere. Il numero di posti auto è pari 151 ed è stato definito in base al numero di potenziali utenti dell’area, come mostrato nella tabella nell’immagine di seguito allegata, mentre l’illuminazione pubblica è stata ampliata con dei lampioni LED posizionati in modo strategico in modo tale da illuminare uniformemente le aree degli orti. Il progetto non solo non prevede il disboscamento di nessuno degli alberi presenti ma anzi in alcune zone si è previsto il rinfoltimento essenzialmente per motivi di schermatura e gradevolezza visiva oltre che ai fini di limitare l’impatto acustico proveniente dalle aree limitrofe agli orti, in particolare dalla scuole e dal parcheggio/commerciale, e lo smog. Ogni orto avrà a sua disposizione un attacco alla rete idrica.
Progettazione per la sostenibilità ambientale
Quello della sostenibilità ambientale è un obiettivo importante che si sono prefissati i progettisti, che si riversa nella scelta dei materiali da costruzione, nella scelta di fonti energetiche rinnovabili e in altri aspetti della progettazione. Ovviamente in questa fase non è possibile entrare nel dettaglio in ogni aspetto ma sono stati definiti alcuni punti importanti. Il progetto è stato realizzato in modo tale che sia l’edificio commerciale che l’edificio adiacente agli orti possano essere edifici nZEB (Nearly Zero Energy Building) a bassissima richiesta energetica. Questo è stato ottenuto effettuando una progettazione “bioclimatica” ovvero in modo da sfruttare favorevolmente gli scambi energetici con l’ambiente circostante sfruttando alcuni accorgimenti quali: captazione solare (orientamento ottimale delle superfici vetrate) garantendosi eventualmente da apporti eccessivi grazie all’utilizzo del verde o altri sistemi di schermatura, massa termica adeguata per garantire l’isolamento dall’ambiente circostante, utilizzo di tecniche di ventilazione naturale e distribuzione o ripartizione del calore ed ovviamente utilizzando fonti energetiche rinnovabili prodotte in loco. In particolare le coperture di entrambi gli edifici sono ricoperte da pannelli solari per una superficie totale netta di circa 690 mq. Ipotizzando di utilizzare pannelli al silicio policristallino date le superfici in gioco si potrebbe arrivare a circa 110 KW di potenza prodotta. Intorno alla stessa cifra (90-100 KW) si stima la potenza necessaria per tutte le utenze contemporaneamente. L’eventuale energia prodotta in eccesso potrebbe essere immessa in rete tramite “scambio sul posto” effettuato con il GSE oppure potrebbe essere accumulata in batterie o altri sistemi di accumulo per poi essere riutilizzata nelle ore notturne dall’attività commerciale. Per gli impianti di riscaldamento si potrebbero utilizzare impianti a pompa di calore aria-acqua dotati di inverter per ottimizzarne l’efficienza e come terminali degli impianti a pannelli radianti. Si potrebbe poi prevedere la presenza di cisterne interrate per l’accumulo di acqua piovana ed una compostiera interrata o parzialmente interrata in cui gli utenti degli orti possano gettare gli scarti agroalimentari e prelevare il compost da utilizzare come fertilizzante.
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